La luce del sole è la fonte naturale di vitamina D più importante per gli essere umani;
infatti, fino al 90% della vitamina D di cui abbiamo bisogno può essere prodotta dal nostro corpo attraverso l’esposizione diretta della cute alla luce solare (1).
La produzione endogena può però variare notevolmente in dipendenza da vari fattori, fra i quali spiccano la latitudine in cui ci si trova e il differente tipo di pelle.

L’autosintesi della vitamina D richiede radiazioni UVB con lunghezze d’onda comprese fra i 290 e i 315 nanometri, che si verificano tutto l’anno solamente nelle regioni al di sotto del 35° grado di latitudine.
A latitudini più elevate, l’intensità e la durata delle radiazioni sufficienti diminuiscono, quindi la formazione di vitamina D dipende dalla stagione (1).
L’Italia si estende fra i 36° gradi di latitudine del Capo Maluk nell’Isola di Lampedusa e i 47° della Vetta d’Italia, la cima montuosa più a nord della Alpi Aurine (2), quindi la produzione di vitamina D tramite la cute non è possibile tutto l’anno. Nel Nord Italia, ad esempio, l’autosintesi di questo prezioso micronutriente può avvenire solamente nel periodo compreso fra marzo e ottobre circa (1).

Anche nei periodi in cui la formazione di vitamina D è possibile, la quantità prodotta può variare da individuo a individuo a seconda del tipo di pelle.
Con il temine fototipo si indica la classificazione di ciascuna della categorie in cui può essere divisa la popolazione umana in base alla pigmentazione della pelle e alla sua reattività all’esposizione alle radiazioni ultraviolette dei raggi solari (3)(4).
Si distinguono sei diversi fototipi, di cui i più diffusi in Italia sono il III e il IV:

  • Fototipo III: persone con carnagione da mediamente chiara a leggermente scura, occhi castani o marroni, capelli da biondo scuro a castano;
  • Fototipo IV: persone con carnagione leggermente scura o olivastra, occhi da marrone a marrone scuro, capelli castano scuro.

Le persone con una pelle più scura producono generalmente meno vitamina D con la stessa quantità di luce solare rispetto alle persone con una carnagione più chiara. Il tempo necessario all’organismo per l’autosintesi della vitamina D è infatti maggiore quanto più forte è la pigmentazione della pelle e quanto più alto è il contenuto di melanina nella stessa (5).

La produzione di vitamina D dipende infine dal superficie del corpo che rimane esposta ai raggi solari.
Nei periodi in cui si indossano più vestiti, la porzione di cute in grado di assorbire i raggi UVB diminuisce, di conseguenza è necessario rimanere al sole più a lungo per produrre il quantitativo di vitamina D di cui abbiamo bisogno.

  • Nei mesi di marzo, aprile e ottobre la superficie di corpo esposta al sole è circa l’8%: viso e mani;
  • Nei mesi di maggio, giugno e settembre la porzione di cute esposta i raggi solari aumenta generalmente al 20%: viso, collo, parte delle braccia e mani;
  • Nei mesi li luglio e agosto è circa il 50% del corpo ed essere scoperto: viso, collo, gambe, braccia e mani.

In generale, al fine di produrre il quantitativo necessario di vitamina D, è ritenuto sufficiente un periodo di esposizione alla luce solare, con parte del corpo scoperto e in assenza di creme protettive, che varia dai 5 ai 25 minuti giornalieri (5).

 

Fonti:

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