La vitamina D è una vitamina liposolubile fondamentale per il benessere del nostro organismo in quanto contribuisce a mantenere la normale funzione del sistema immunitario, la salute delle ossa e il buono stato della funzione muscolare.

La maggior parte della vitamina D di cui abbiamo bisogno, circa l’80-90%, viene prodotto dal nostro corpo attraverso l’esposizione diretta della cute alla luce solare. La restante parte, circa il 10-20%, viene assunta mediante l’alimentazione (1).

Per produrre il corretto quantitativo di vitamina D dovremmo esporci al sole almeno 15 minuti ogni giorno, lasciando scoperte alcune zone del corpo come viso, mani, parte delle gambe e delle braccia. Nel periodo invernale, a causa dell’abbassarsi delle temperature e della riduzione delle giornate di sole, spesso non è possibile farlo.

Inoltre, le radiazioni UVB con lunghezze d’onda da 290 a 315 nanometri, necessarie per l’autosintesi della vitamina D, non si verificano tutto l’anno ovunque, ma solamente nelle regioni al di sotto del 35° grado di latitudine (a sud di Creta). A latitudini più elevate, l’intensità e la durata delle radiazioni sufficienti diminuiscono, quindi la formazione di vitamina D diventa dipendente dalla stagione.
Nel Nord Italia ad esempio, che si trova circa a 45° di latitudine, la formazione di vitamina D tramite la cute è possibile solo nel periodo da marzo a ottobre circa (1).

Nei mesi da novembre a febbraio risulta quindi particolarmente importare sopperire al fabbisogno di vitamina D tramite altri canali, come ad esempio l’alimentazione. In accordo con quanto espresso dalla Società Italiana per la Nutrizione Umana (SINU), l’assunzione raccomandata di vitamina D per adolescenti e adulti è di 15 microgrammi al giorno, che aumentano a 20 al di sopra dei 75 anni (2).

Tuttavia, la dieta spesso contribuisce solamente in parte limitata al corretto approvvigionamento di vitamina D in quanto questo micronutriente è contenuto in quantità significative solo in pochi alimenti, quasi tutti di origine animale (1) (principalmente anguilla, aringa, sardina, salmone, carne di vitello)(3).
Anche seguendo un’alimentazione consapevole, spesso non è possibile coprire completamente il proprio fabbisogno di vitamina D con il cibo; si stima infatti che adulti e adolescenti assumano solamente da 2 a 4 microgrammi di vitamina D al giorno attraverso la nutrizione (4).

Nel periodo invernale quindi, se le nostre necessità di questa preziosa vitamina non riescono ad essere soddisfatte tramite l’esposizione alla luce o l’assunzione in alimenti, può essere utile ricorrere all’integrazione mediante prodotti dedicati.

Fonti:

 

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