La vitamina D è un micronutriente importante per il benessere del nostro organismo che può essere sintetizzato dal nostro corpo attraverso l’esposizione della cute ai raggi ultravioletti del sole.

Nel mondo occidentale la carenza di vitamina D risulta essere particolarmente diffusa, riguardando fino all’80% della popolazione italiana(1), con particolare incidenza fra le donne in menopausa e gli anziani(2).

Ciò che potrebbe risultare sorprendente è che la carenza di vitamina D è più diffusa fra i Paesi del bacino del Mediterraneo rispetto ai Paesi del Nord Europa(2), una situazione che prende il nome di “paradosso scandinavo”. Infatti, sul piano teorico, la presenza di un ridotto irraggiamento solare dovrebbe portare ad una maggiore prevalenza di ipovitaminosi D nei paesi più lontani dall’Equatore(6)

Tuttavia alcuni paesi del Nord-Europa hanno intrapreso una politica di integrazione degli alimenti con vitamina D(2), determinandone livelli medi superiori rispetto a quelli riscontrabili nelle popolazioni mediterranee(3) che si affidano maggiormente all’esposizione solare per l’approvvigionamento di questo micronutriente.

È infatti possibile, all’interno dei territori della Comunità Europea, produrre e commercializzare alimenti addizionati di vitamine e minerali, in quanto tale pratica può aiutare a garantire un apporto adeguato di queste sostanze e quindi a ridurre il rischio di carenze(4).

Gli alimenti addizionati di vitamine e minerali sono disciplinati dal Regolamento (CE) 1925/2006, che riporta l’elenco delle vitamine e dei minerali ammessi insieme all’elenco delle relative fonti(5).

Tale Regolamento definisce inoltre regole relative all’etichettatura degli alimenti fortificati, con l’obbligo di riportare la quantità totale di vitamine/minerali aggiunti negli stessi, e definisce i livelli minimi e massimi di queste aggiunte, assicurando quantità significative ad ottenere un effetto benefico ma non tali da poter dare luogo a reazioni avverse per la salute, ad esempio in aggiunta all’apporto da altre fonti alimentari(4).

Fra gli alimenti fortificati in vitamina D più diffusi ci sono latte di soia, latte di mucca, succo d’arancia, cereali e farina d’avena.

È invece vietata l’aggiunta di vitamine e minerali per i prodotti alimentari non trasformati (in particolare frutta, verdura, carne, pollame e pesce) e per le bevande alcoliche(4).

 

Fonti: